martedì 24 marzo 2015

Il primo narciso







E fu il soffio crudo del Meltemi
Il soffio coricato lungo i crinali impazziti
che si fermò ai piedi di Narciso,
e Narciso lo colse e lo racchiuse nella mano,
fremendo fresco gli solleticò il palmo 
e la bellezza la trascinò di terra in terra - 
e a tutto l’arcipelago e più lontano
consegnò l’immagine del suo bel viso
così il popolo di Grecia conobbe
il nome di Narciso

In Grecia è usanza antica, entrando nella stanza del bambino
criticarne molto e a lungo il bell’aspetto, le fattezza tenere e immature
-si crede infatti che l’Olimpo non tolleri mortale o semidio
che il più bello tra tutti sia creato, e che per questo è buona usanza criticarlo
(che non sia un dì sacrificato)-

Pan scioglieva la sua corsa col flauto-  tentava di riconciliare 
il cuore d’Eco, che giovane sì  e così bella si consegnava alla sventura-
Ma la musica del fauno, sulle cui modulazioni Eco era solita danzare
non raggiunse il cuore sciagurato ch’era deciso a non smetter più d’amare

Balbettava infine la sua ombra, poi neppure quella:
ebbe cura di raggiungere la foce soltanto la sua voce.
Ogni frammento ch’Eco componeva 
si dissolse a margine di qualche dolce sera

Ahi Narciso, anima cucita sulla pelle
che il Meltemi imbizzarrì  
e ch’Eco morse, ogni cosa si disperde 
quanto più è chiusa - e se si trova 
anche si perde.

martedì 14 ottobre 2014

Gelsomino





Il gelsomino è una pianta conosciuta fin dai tempi antichi, soprattutto nei paesi facenti parte del bacino del mediterraneo.

In occidente la specie che più è conosciuta è lo “Jasminum officinale”, da cui viene ricavata una delicata essenza.
Arbusti di facile coltivazione, che si sviluppano al meglio anche nella comune terra di giardino o in substrati parzialmente argillosi; preferiscono posizioni soleggiate, riparate dai venti; sopportano senza problemi la siccità, ma le migliori fioriture si hanno con annaffiature regolari, lasciando ben asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. A fine inverno si interra alla base della pianta del concime organico ben maturo, oppure del concime granulare a lenta cessione per piante da fiore.

Fiore piccolo ma raffinato e dal profumo intenso, fu importato in Europa nel ‘500 dai navigatori spagnoli e si narra che in Italia il primo ad averne qualche esemplare tu il fiorentino Cosimo de’ Medici.
Il duca, si narra che si innamorò del fiore al punto di voler essere l’unico a possederlo, proibendo ai propri giardinieri di diffondere o anche solo regalare le sue piante.
E così fu, per molti anni l’esistenza di quel fiore rimase sconosciuta ai più. Successe però che un giorno un giardiniere di corte cedette alla debolezza di regalare un ramoscello della pianta alla sua amata.
La fanciulla per far si che quel fiore non appassisse in fretta lo mise in terra.
Si narra che il gelsomino sia rimasto verde e fiorito per tutto , rifiorendo a primavera.
Diventò col tempo sempre più robusto, più forte generando nuovi polloni, da cui nacquero altrettante piante.
I due fidanzati decisero di vendere le piante di gelsomino e con il ricavato si sposarono. Si anrra che sia proprio a seguito di questa leggenda che le fanciulle toscane hanno l’abitudine di mettere nel loro bouquet da sposa almeno un ramoscello di gelsomino
E difatti in Toscana vale il detto ancora oggi : “ ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza per fare la fortuna del marito”

Un’altra leggenda su questo fiore arriva dal mondo arabo

C’era una volta la madre delle stelle, il suo nome era Kitza e viveva in un palazzo fatto di nuvole. Un giorno Kitza stava preparando abitini fatti di oro prezioso per i suoi figli astri, quando un gruppo di piccole stelle le si avvicinarono.
Le stelline erano molto indispettite, perchè i suoi vestiti non erano belli come quelle che Kitza stava preparando per gli altri, non ostante la madre delle stelle si fosse messa di buona lena per calmarle le stelline non vollero sentire ragione, cocciute come muli, continuarono a protestare e lamentarsi.
In quel mentre passò di lì Micar, il re degli spazi.
Una volta che ebbe conosciuto la ragione di tutto quel baccano , cacciò le stelline dal firmamento, dopo aver loro strappato di dosso i loro abiti che furono gettati a terra in mezzo al fango.
Kitza da buona madre diventò disperata. Le loro stelline sarebbero state calpestate dagli uomini.
Sulla terra però regnava: Bersto, la signora dei giardini, che provò pietà e comprensione per le sofferenze di una nadre decise così, di salvare le stelline dalla loro mala sorte.
Fu così che per non farle calpestare le trasformò in piccoli profumati fiori: i gelsomini

Fiore di ciliegio






Fiore delicato e bellissimo, ma di breve durata, si spenge alla stessa velocità con cui fiorisce .
I suoi petali cadono subito a terra se scossi dal vento o colpiti da un temporale

Regalare fiori di ciliegio secondo la simbologia vittoriana , era segno di cortesia e buona educazione .
Mentre in Cina questo fiore rappresenta bellezza e femminilità.
In Giappone è chiamato “sakura, ed è simbolo di fortuna e felicità e transitorietà della vita, questa ultima simbologia è dovuta alla caratteristica di questi fiori di essere di breve durata.

Il Sakura in Giappone, era il fiore dei samurai, ed è poi diventato il simbolo di tutte le arti marziali
Un antica leggenda racconta che i petali caduti a terra si sarebbero colorati di un rosa tenue, per aver assorbito il sangue versato in battaglia dai guerrieri.

Si racconta che durante la seconda guerra mondiale i piloti giapponesi, per rafforzare il loro sentimento patriottico e trovare il coraggio per le loro imprese, fossero soliti portare sempre con sé dei fiori di ciliegio .
Si racconta ancora degli aerei che venivano sacrificati in onore della vita dell’imperatore, di come, in quello che sarebbero stato il loro ultimo volo, avessero dipinto sulla loro fiancata un fiore di ciliegio

In Giappone quindi il fiore di ciliegio è un simbolo nazionale, viene rappresentato nelle più varie rappresentazioni artistiche, ma anche nella vita di tutti i giorni è disegnato ovunque : sui Kimoni , sugli oggetti più vari.
Una volta l’anno viene celebrata la festa del ciliegio in fiore, in questa occasione i giapponesi si siedono in contemplazione sotto gli alberi in fiore e vi trascorrono diverso tempo, fra balli , , canti e chiacchere fra amici


Durante la seconda metà dell’800 in occasione “dell’Exposition Universelle “ di Parigi, in Europa si sveglio un fervente interesse per la cultura Giapponese, furono presentate diverse opere di artisti giapponesi le cui stampe influenzarono gli artisti europei, fino al punto che prese vita uno stile artistico ispirato al modello Giapponese: il “ japonisme”.
Ne furono affascianti diversi artisti di quel tempo, fra i quali : Monet, Van Gogh, Degas

La fioritura dei ciliegi insieme a quella dei meli è un evento importante anche in Germania , ed diventata una delle tante attrazioni turistiche della nazione.

Anche nel nostro paese il ciliegio è rimasto protagonista di eventi e leggende.
Si racconta che il 15 maggio del 1166 , un ciliegio oramai secco rifiorì all’improvviso.
Il fatto successe in una piccola cittadina del Lazio: Acquapendente,
Gli abitanti del luogo lo interpretarono come un segno di buon auspicio, e si narra essere stata questa la molla che fece loro, prendere coraggio per attuare la ribellione alla tirannia di Federico Barbarossa.
Armati di bastoni con la punta di ferro e altri rudimentali attrezzi per lo più da contadino riuscirono a scacciarlo della loro terra.
Per ricordare l’evento vennero creati dei mosaici, denominati: “Pugnaloni” dove erano raffigurati foglie e petali di ciliegio.
Ogni anno vine celebrata la festa dei Pugnaloni, e i mosaici vengono esposti nel centro del paese e portati in processione con la statua della madonna adornata di fiori

Amaranto





Amaranto, questo il nome dato a questo fiore.
Il nome deriva dal grego : " amarantos": immortale, infatti questi fiori si mantengono freschi a lungo.
Questa pianta venne presa nell'antichità a simbolo dell'immortalità e posata all'ingresso dei templi.
Lo scrittore latino , Plinio il vecchio, vissuto dal 23 al 79 d.c, del XXI libro del trattato botanico enciclopedico, : " naturalis historia" osservò, come l'amaranto avesse la caratteristica di non morire mai, infatti una volta raccolto per essere essiccato, appena veniva messo a contatto con l'acqua riprendeva vita anche se i fiori erano appassiti.
Della caratteristica che ha dato caratteristica immortale a questo fiore ne parlano molti scrittori

Come ogni fiore che si rispetti, anche l'Amaranto ha una sua leggenda.
L'amaranto non era solo l fiore che rappresentava l'immoralità, ma era anche ala pianta dell'amicizia, e di tutti quei sentimento profondi destinati a non cambiare con il passare del tempo, quindi anche in questo caso c'era cmq un legame con l'immortalità.
Secondo la mitologia greca, Amaranto, re dell'isola di Eubea, fu punito da Nettuno per aver sminuito il valore del mare, Poseidone scatenò contro amaranto un onda enorme, esso annegò, e la dea della caccia, Artemide, di lui innamorata, lo trasformò in un bellissimo fiore.

Come per altri fiori non mancano nemmeno per l'Amaranto, le note curiose.
Questa pianta viene chiamata , dai francesi, anche "coda di volpe" o "coda di gatto" .


La camelia






La camelia, chiamata anche : rosa giapponese, venne importata dall'oriente a metà del settecento, dai cacciatori di piante.
Appena raggiunse l'Europa riscosse un alto indice di gradimento, infilato in occhiello di una giacca o ben sistemato nel centro di una bella scollatura, era una goccia di freschezza e di bellezza e si pagavano cifre folle per averne uno fresco.

Vi sono alcune curiosità su questo fiore, dalle sue foglie e dai germogli della Camelia Sinenis si ricava il lè.
La medicina cinese usa alcune varietà del fiore per curare alcune malattie.
Dai semi di camelia venivano un tempo, estratti oli per le lampade e per la cura dei capelli
Sempre dalla CIna ci è stata rammendata un'antica credenza secondo la quale le donne non dovevano portare il fiore fra i capelli , questo per il motivo che la Camelia fiorisce molto dopo che la gemma si sia formata, e la credenza era che la donna che metteva il fiore fra i capelli seguisse il destino del fiore, e cioè che aspettasse molto tempo prima di rimanere incinta.

il fiore della Camelia non ha profumo , e in merito a questo si narra che un giorno il dio Vulcano sorpresa la moglie Venere in atteggiamento di colloquio troppo intimo con Marte , fu invaso da una infinita tristezza che riversò sul figlio Cupido, che si arrabbiò con la madre , perché aveva amoreggiato senza chiedere aiuto alle sue frecce.
Venere si sentì offesa e decise di dare una lezione al figlio.
Ordinò così alle tre grazie di frustare Cupido e di usare come fruste le rose, affinché le spine gli laccassero la pelle.
Tutti gli dei rimasero inorriditi da tale punizione, ma a Flora venne un idea.
Ordinò a Zefiro di volare sulla terra nel punto in cui sorgeva il sole, una volta giunto a destinazione raccogliere i rami di una rara pianta con i fiori rossi simili a quelli della rosa, ma con il gambo privo di spine.
Zefiro fece quanto Flora gli ordinò e consegnò alle tre Grazie la frusta priva di spine ,ed il castigo fu lo stesso inflitto al piccolo Dio dell'Amore, ma senza fargli sentire dolore, e tutto l'Olimpo rimaste estasiato dalla bellezza di quei fiori e dal loro profumo.
Ma Venere scoperto l'inganno sfogò la sua ira sulla pianta stessa, rodiando che venisse portata in un isola lontana, punendola, con un incantesimo che le tolse il suo splendido profumo

Anemone





I simboli che sono stati attribuiti a questo fiore, potrebbero sembrare in contraddizione fra loro, in quanto da un lato l'anemone ha il significato della speranza, dall'altra rappresenta l'abbandono, della tristezza e l'amore tradito.

I due opposti significati hanno, però, una ragione di essere che deriva dalle caratteristiche del fiore, che è destinato a durare poco , e per questo ha preso il simbolo della malattia e dell'abbandono, ma nel contempo è un fiore molto bello, da qui il simbolo della speranza

Il nome di questo fiore deriva dal greco: anemos che significa: vento, da qui è nato il suo nome popolare: "fiore del vento",

Secondo la mitologia Greca , alla corte della dea dei fiori, Chloris, viveva una bellissima ninfa : Anemone, che con il suo fascino conquistò il cuore di due venti opposti: Borea, il freddo vento di tramontana, e Zefiro, il vento dolce di primavera.
Un giorno Borea e Zefiro, iniziarono a lottare per conquistare l'amore di Anemone; la lro lotta scatenò nell'aria tempeste e bufere.
La dea Chloris, gelosa della bella Anemone e indispettita per la situazione, fece un incantesimo, col quale incatenò Anemone ai due spasimanti.
La ninfa fu così condannata a un destino crudele; Zefiro che con il suo delicato...dolce amore, l'averebbe fatta schiudere velocemente, Bora che attraverso le sue violente carezze, avrebbe disperso nell'aria ancora fredda le corolle fragili di Anemone.
La leggenda prendo vita dalla caducità e dalla fragilità dei petali di questo delizioso e delicato fiore , molto bello ma destinato a vivere poco.

Il doppio significato di tristezza e speranza si ritrova anche in molte leggende cristiane in Terra santa, dove si racconta che gli Anemoni nati ai piedi della croce di Cristo, sarebbero stati gocce del suo sangue cadute dal corpo di Gesù crocifisso.

Acanto






Il fiore di acanto in antichità era simbolo di verginità, e durante il cristianesimo divenne simbolo della resurrezione
Pianta che cresce anche in terre non coltivate, nel tempo ha assunto il simbolo di benessere, prestigio, arte.

Nell'antica Roma era considerato un fiore pregiato, tanto che sulle vesti dei personaggi importanti e di prestigio erano raffigurate le foglie di acanto
Virgilio immaginò Elena di Troia avvolta da un peplo bianco, ( il peplo era la veste delle donne Greche) adornato di foglie di Acanto e faggio
Nel 50 d.c, Plinio il Vecchio, nei suoi trattati suggerì di mettere come bordature dei giardini romani le piante di Acanto

La leggenda racconta che un giorno nel V secolo a.C. lo scultore greco Callimaco, passando accanto alla tomba di un bimbo, vide una pianta di Acanto che cresceva abbracciando un cestino per le offerte votive.
L'immagine colpì l'immaginazione dello scultore e divenne spunto per un'opera che rimase nel tempo: il fregio dei capitelli dell'architettura corinzia, che vede un piccolo cesto scolpito dal quale escono foglie di acanto.

Come ogni fiore anche quello di d'acanto ha ispirato poesia.

Fiore di carta rigida, dentato
petali di fini aghi, che snello
sorgi dal cespo, come un serpe alato
da un capitello;

fiore che ringhi dai dritti scapi
con le bocche tue di piccoli ippogrifi;
fior del Poeta! industria te d'api
schifa, e tu schifi.

L'ape te sdegna, piccola e regale;
ma spesso io vidi l'ape legnaiola
celare il corpo che riluce , quale
nera viola,

dentro il tuo duro calice , e rapirti
non so che buono , che da te pur viene
come le viti tra i sassi e i mirti
di tra l'arene.

Lo sa la figlia del pastor, che vuoto
un legno fende e lieta pasce quando
miele le giova: il tuo nettare ignoto,
fiore d'acanto

G. Pascoli